Concorsi pubblici: cosa succede agli idonei non vincitori? Tutti aspiranti allo scorrimento di graduatoria. Scorrimento di graduatoria nei concorsi pubblici: tutto quello che c’è da sapere. Quando viene bandito un concorso pubblico si sa gli aspiranti alla posizione sono sempre in esubero rispetto al numero di posti effettivamente disponibili, così le situazioni che si profilano possono essere tre:
- Non idoneo, quando la prova non viene superata;
- Idoneo, quando la prova viene superata con un punteggio sufficiente a beneficiare di una delle posizioni disponibili;
- Idoneo ma non vincitore quando la prova viene superata ma il punteggio non è sufficientemente alto da poter rientrare in graduatoria.
Mentre sono sicuramente certe le sorti dei casi uno e due non si può dire lo stesso degli idonei non vincitori. Il nostro ordinamento predilige la tecnica dello scorrimento di graduatoria rispetto alla possibilità di bandire un nuovo concorso, soprattutto per questioni economico-organizzative. Sul tema, sono state numerose le pronunce giurisprudenziali. Secondo quanto enunciato si evince che la tecnica dello scorrimento di graduatoria può essere equiparata a quella dell’espletamento di un vero e proprio concorso pubblico e che pertanto sono fatti salvi tutti i principi che vigono in tema di diritto amministrativo.
Lo scorrimento è volto ad individuare ulteriori vincitori della gara di selezione e quindi devono comunque essere rispettate tutte le regole previste in tema di concorso pubblico e stabilite dalla legge. Tutto ciò, considerato che il fine del concorso pubblico è quello di assumere personale qualificato dal punto di vista professionale e pertanto si deve avere riguardo non solo nei confronti del profilo contrattuale ma anche del ruolo professionale che deve essere rivestito.
Prima del 2014 non esisteva una certezza circa l’applicazione dello scorrimento, infatti, tra gli addetti al mestiere esisteva una scissione c’era chi lo negava e chi invece lo esaltava. Le pronunce sul tema hanno reso la possibilità di fare chiarezza ed oggi lo scorrimento viene sempre applicato a meno che nel bando o in altro documento allegato al bando venga esclusa a monte ed a priori tale possibilità. Infatti, questo istituto da la possibilità alla pubblica amministrazione che intende assumere nuovo personale di rifarsi a dei concorsi già effettuati, nei limiti di validità temporale della graduatoria medesima, senza bandire da capo un nuovo concorso. Solitamente i concorsi e le relative graduatorie valgono per tre anni ma questo termine può essere prorogato dalla legge.
La pubblica amministrazione ha l’obbligo di rifarsi alle precedenti graduatorie nel periodo di vigenza delle stesse? La risposta non è immediata perchè si sono diffusi due orientamenti diversi tra loro. C’è chi ritiene che una volta bandito un concorso, durante tutto il suo periodo di validità, se dalla graduatoria risultassero persone idonee non vincitrici, la PA per l’assunzione di quel profilo professionale deve necessariamente rifarsi alla graduatoria medesima. C’è chi, d’altro canto, sostiene la possibilità per la pubblica amministrazione di bandire un nuovo concorso.
Non essendo fatta chiarezza in proposito, si ritiene plausibile che la PA in quanto dotata di discrezionalità possa decidere autonomamente se seguire l’una o l’altra strada, perciò anche durante il periodo di vigenza della graduatoria, nulla impedisce di bandire un nuovo concorso.