Il Governo M5S e Lega, nella sera del 27 settembre 2018, hanno delineato finalmente le note di aggiornamento al Def, che confluiranno all’interno della Legge di Bilancio 2019. Gli ambiti in cui sono previsti gli interventi legislativi sono svariati; si parla di tasse, condoni, riforme del Codice Penale e Procedura Penale, lavori pubblici, miglioramento della Pubblica Amministrazione e altri. Sicuramente tra i più attesi, inseguito già dal giorno dopo le elezioni politiche passate, è il reddito di cittadinanza. Cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, inserito all’interno del famoso contratto di Governo stipulato con la Lega, sembra essere prossimo a divenire realtà grazie alla Legge di Bilancio 2019.
Reddito di Cittadinanza, cos’è
Il termine usato è da considerarsi esclusivamente indicativo, poiché è di fatto un reddito aggiuntivo da corrispondere ad un beneficiario che si trova in difficoltà economica, per mancanza di lavoro oppure, secondo le affermazioni dei promotori, che è sottopagato. Per cui si parla di reddito minimo garantito, che non è una forma di assistenzialismo. Infatti coloro che percepiranno il reddito di cittadinanza, saranno obbligati a cercare effettivamente un lavoro, inoltre saranno chiamati a svolgere almeno otto ore settimanali di servizio gratuito a favore dello Stato.
In base a quanto si è appreso, dal secondo anno il beneficiario percepirà una somma minore, poiché si presuppone che già nel primo si sia trovato un lavoro riuscendo ad ottenere una stabilità professionale e, come conseguenza, anche economica. È previsto che rifiutando le prime tre proposte di lavoro, si perde automaticamente il diritto al reddito di cittadinanza, nondimeno non è stato specificato se tali possibilità siano commisurate alle qualità professionali e possesso di titoli del beneficiario.
Quanto spetta ai beneficiari del reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza è stato sicuramente uno dei fondamenti del Movimento 5 Stelle. Dalle prime affermazioni che individuavano circa in 17 miliardi di euro la somma da stanziare, negli ultimi giorni si è arrivato a 10 miliardi da dividere nel reddito di cittadinanza e nella pensione di cittadinanza. Innanzitutto è da ricordare che prima dell’erogazione del reddito di inclusione, sono stati previsi due miliardi di euro per la riforma dei Centri per l’Impiego.
Ciò allo scopo di consentire il migliore incontro tra proposta di lavoro e chi lo cerca. Secondo le ultime affermazioni del Governo e dei suoi sostenitori, il reddito di cittadinanza dovrebbe partire da marzo 2019, poiché entro tale data sarà attuata la riforma dei Centri per l’Impiego. Il calcolo del beneficio economico è quantificato in 780 euro, una somma dedotta dai dati ISTAT che la individuano come la soglia minima di povertà. Tuttavia il reddito di cittadinanza non garantisce l’erogazione di questa somma, bensì il raggiungimento. Cioè se il beneficiario possiede altri redditi, lo Stato corrisponderà la differenza sino alla somma di 780 euro.
In aggiunta si parla anche di composizione del nucleo familiare ai fini dell’erogazione del reddito, di cui tuttora non si conoscono con esattezza le modalità. Da aggiungere che esiste anche la possibilità di integrazione a livello familiare della somma corrisposta con la pensione di cittadinanza. Ovverosia se nel nucleo familiare è presente un pensionato che percepisce 500 euro, lo Stato elargirà la rimanente somma per raggiungere i 780 euro. Di contro non è stato specificato cosa accadrà ad altri componenti il nucleo familiare che non percepiscono reddito.
Requisiti per il reddito di cittadinanza
Sono previsti ovviamente dei requisiti per percepire il reddito di cittadinanza. Sono certamente l’età anagrafica, lo stato di disoccupazione ed un reddito inferiore alla soglia di povertà indicata dall’ISTAT. Questi sono elementi da individuare come certamente presenti nel testo legislativo quando verrà emanato. Nondimeno sono state formulate altre condizioni per i beneficiari, che dovrebbero essere:
- iscrizione ai Centri per l’Impiego, offrendo la propria disponibilità immediata;
- accettare una delle prime tre proposte, poiché si perderebbe qualsiasi diritto al reddito di cittadinanza;
- impegnarsi nella ricerca di un lavoro;
- offrire otto ore di servizio allo stato senza compenso;
- condizioni del nucleo familiare;
- essere obbligati a comunicare tempestivamente possibili variazioni del reddito personale.
Queste condizioni sono indicative, dedotte dalle considerazioni ed affermazioni dei sostenitori il reddito di cittadinanza e dalle proposte presentate negli anni passati ed oggi. Per avere sicurezza, si deve attendere l’emanazione della Legge di Bilancio 2019, dove saranno indicati gli elementi reali e veritieri.