Scuola, svelato il Decreto Precari: Concorso entro l’anno e Cattedra per 24mila a settembre 2020: tutti i dettagli

Uno degli argomenti e dei temi che avevano vacillato durante la crisi del governo Movimento Cinque Stelle Lega, era l’accordo sulla scuola. Il decreto salva precari era rimasto in un limbo d’incertezza, ma ora la situazione è stata rimessa al centro delle attività di governo e sembra che andrà a definirsi nel brevissimo periodo.

Infatti, l’attuale ministro dell’Istruzione Fioramonti, ha appena portato a termine il nuovo accordo, firmando l’intesa con cinque sigle sindacali. Il decreto salva precari prevede che a breve debba svolgersi il concorso straordinario che coinvolgerà circa cinquantacinquemila insegnanti. Coloro che potranno partecipare a questo concorso straordinario sono per l’esattezza quegli insegnanti precari che hanno minimo otto anni di esperienza, di cui tre trascorsi nella scuola statale.

Entro la fine del duemilaventi, gli insegnanti che vinceranno il concorso, nel limite di ventiquattromila posti, potranno acquisire il ruolo. La novità maggiore della revisione e del progetto è che gli altri insegnanti partecipanti e non vincitori, non saranno scartati: infatti, ed è questa la prima volta, se verranno giudicati idonei potranno accedere alle graduatorie di seconda fascia, che precedono l’iscrizione al ruolo. Per risultare idonei i candidati dovranno aver superato la prova scritta per almeno sette decimi.

Il periodo di prova per chi ha superato il concorso e il percorso formativo degli insegnanti precari idonei

Coloro che supereranno il concorso, sia per lo svolgimento delle prove, ma anche grazie ai requisiti di anzianità del servizio, dovranno seguire un percorso di credito formativo. Proprio così, perché prima di aver accesso al ruolo, gli insegnanti vincitori del concorso straordinario saranno in prova per un anno; inoltre, in questo periodo devono acquisire ventiquattro crediti formativi universitari, relativi alle discipline che andranno ad insegnare. Alla fine del percorso formativo dovranno affrontare un test che consisterà in una prova di lezione. Verranno giudicati da tre figure del personale interno di istituto e da un giudicante esterno.

Tutti gli insegnanti che non risultano vincitori del concorso ma hanno comunque superato l’esame scritto con un punteggio minimo di sette decimi potranno anch’essi accedere ad un percorso formativo per l’acquisizione dei ventiquattro crediti. Durante tale periodo potranno accedere ad un ruolo di supplenza a cui seguirà un esame che, se superato, li collocherà in seconda fascia di ruolo.

Una mossa per gestire l’emergenza

Sicuramente la decisione di non abbandonare il decreto salva precari ha il suo fondamento nell’intenzione delle forze di governo di far fronte all’emergenza dell’istruzione. La carenza di insegnanti in molte scuole necessità infatti di essere gestita molto rapidamente, e tramite modalità sufficientemente snelle da determinare l’assegnazione delle cattedre prima di fine autunno.

Bisogna anche evidenziare che il meccanismo di selezione e di accesso al ruolo, modificato in questo modo, consente di valutare un numero maggiore di precari. Si otterrà in tal modo l’inserimento nelle graduatorie di un numero più significativo di insegnanti, ma d’altro canto si ridurrà il numero di posti disponibili per il prossimo concorso ordinario, penalizzando gli insegnanti più giovani e i neo laureati.

Alcune sigle sindacali, come ad esempio l’Anief, hanno espresso il loro disappunto, sottolineando come l’accordo raggiunto non risolva il problema del precariato e neanche delle fuoriuscite relative ai pensionamenti. L’anief evidenzia, inoltre, come la scuola primaria sia rimasta tagliata fuori dal decreto.

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